Si moltiplicano le iniziative basate sul decreto Cutro e promosse da associazioni imprenditoriali: a giugno cominceranno ad arrivare i tunisini del progetto Ance. I numeri sono ancora contenuti.
Saldatori, muratori, elettricisti, addetti alle sartorie e alla ristorazione. Ma anche potatori, autisti di mezzi agricoli, pastori e installatori di macchine e apparecchiature automatizzate. Crescono i progetti di formazione nei Paesi d’origine di lavoratori extra europei che potranno entrare in Italia al di fuori delle quote previste ogni anno con i flussi, come previsto dal cosiddetto decreto Cutro (Dl 20/2023, convertito dalla legge 50/2023). Il raggio degli Stati coinvolti è ampio e va dal Ghana al Nord-Africa (Tunisia e Marocco), dall’Albania al Bangladesh, per arrivare al Kirghizistan. E a giugno cominceranno ad arrivare i primi 38 lavoratori formati in Tunisia nell’ambito di un progetto dell’Ance.
I numeri sono ancora limitati ma di fronte alla carenza di manodopera le associazioni datoriali, spesso in collaborazione con organizzazioni o enti del Terzo settore, stanno promuovendo iniziative e progetti rivolti ai cittadini extra europei.
Il Sole 24 Ore del Lunedì ha mappato le iniziative in campo, che puntano a formare manodopera specializzata e a farla entrare nel nostro Paese senza dover passare per il canale dei click day: il forte incremento del numero delle domande (oltre 700mila per 151mila posti nell’ultima tornata di marzo, si veda il Sole 24 Ore del 5 maggio) ha reso questa procedura una strettoia difficile da superare.
Regole e finanziamenti
Secondo le regole stabilite dal Dl 20/2023 (che ha modificato l’articolo 23 del Testo unico sull’Immigrazione), i progetti devono essere approvati dal ministero del Lavoro, ma c’è un’esenzione per quelli varati nel 2023-2024 dalle organizzazioni datoriali presenti nel Cnel. Secondo le linee guida del ministero del Lavoro, i moduli di formazione linguistica devono consentire il raggiungimento del livello A1 di conoscenza della lingua italiana, con un monte minimo di cento ore. È previsto inoltre un minimo di dieci ore di educazione civica e di quattro ore per la formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro. Per la formazione professionale il monte ore non è predeterminato.
Non ci sono fondi statali: chi presenta il progetto deve farsi carico dei finanziamenti. Il ministero del Lavoro fa sapere però che ci sono a disposizione fondi europei, anche se attualmente non ci sono bandi aperti per attingervi: si tratta delle risorse del programma Thamm Plus (Towards a holistic approach to labour migration governance and labour mobility), un programma transregionale finanziato dalla Ue, che mira a facilitare la mobilità di forza lavoro tra i Paesi nordafricani e l’Italia. Il programma Thamm Plus integra l’azione regionale del Thamm North Africa, finanziata dal Fondo fiduciario di emergenza della Ue per l’Africa e dallo Strumento Neighbourhood (Development and international cooperation).
I progetti
Il ministero del Lavoro ha approvato tre progetti per la Tunisia, per il Bangladesh e per l’Albania, per un totale di 180 lavoratori. A febbraio si è concluso quello presentato dall’Ance in partenariato con l’associazione Centro Elis e realizzato in Tunisia: sono stati rilasciati gli attestati a 38 partecipanti che entreranno in Italia a partire da giugno e saranno assunti da dieci aziende. Sempre in Tunisia l’Ance, con il coinvolgimento dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (soggetto attuatore del programma Thamm) e della Dg Near (Commissione Ue) sta definendo un altro progetto di portata più ampia, che riguarderà 2mila lavoratori.
È stato approvato dal ministero e sta per avviare i primi corsi di formazione anche il progetto Ghana, promosso da Confindustria Alto Adriatico e inaugurato il 6 aprile dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Il primo corso riguarderà saldatori navali e civili», spiega Giuseppe Del Col, responsabile lavoro di Confindustria Alto Adriatico. «La selezione dei partecipanti e i corsi, che si terranno nella zona della capitale Accra e a Sunyani, sono affidati all’agenzia per il lavoro Umana e finanziati con fondi dell’ente bilaterale Formatemp. Contiamo di far arrivare i primi 50 lavoratori in Friuli-Venezia Giulia a settembre. I prossimi corsi che vorremmo organizzare - continua Del Col - sono per i settori della logistica, in particolare per mulettisti, per il legno arredo e per la ristorazione». Al termine dei corsi, che si terranno in centri di formazione professionale gestiti dai Salesiani, i lavoratori saranno inseriti in azienda con contratti di somministrazione di 12 mesi. Le imprese si sono impegnate a trovare anche soluzioni che garantiscano alloggi a condizioni favorevoli per tutta la durata del contratto.
«L’interesse delle aziende è molto elevato», dichiara don Giuliano Giacomazzi, direttore generale della Federazione Cnosfap, Centro nazionale Opere salesiane, Formazione e aggiornamento professionale, partner del progetto Ghana. «Nei prossimi giorni – aggiunge – ci sarà un incontro con Confindustria per un progetto al Cairo, dove abbiamo una scuola professionale».
Nel campo dell’agricoltura, Coldiretti ha avviato due progetti pilota: il primo riguarda 20 pastori del Kirghizistan destinati a lavorare in Sardegna, mentre il secondo riguarda la formazione di 25 cittadini della Costa d’Avorio per la potatura degli alberi da frutto in provincia di Cuneo. «Sono entrambi finanziati dalle aziende», spiega Romano Magrini, responsabile lavoro e immigrazione di Coldiretti. «La formazione nei Paesi d’origine è un canale che può integrare gli arrivi previsti dai decreti flussi, soprattutto per i lavoratori specializzati».
A un’iniziativa rivolta a Tunisia e Marocco sta pensando Confagricoltura. «Per il momento i numeri sono contenuti, non oltre 50 persone», spiega Roberto Caponi, direttore lavoro dell’organizzazione. «L’obiettivo – continua – è formare lavoratori non stagionali e più specializzati, come mungitori, conduttori di mezzi agricoli, potatori e cantinieri. Stiamo redigendo il progetto e valutando in che modo reperire le risorse».
Come funziona
L’esclusione dalle quote
Il decreto Cutro (Dl 20/2023) ha rafforzato il canale di ingresso di lavoratori extraeuropei tramite formazione professionale nei Paesi di provenienza, escludendolo dalle quote dei decreti flussi e dal click day.
La procedura
Il ministero del Lavoro ha adottato le linee guida sui programmi di formazione e sui criteri per valutare i progetti che possono essere proposti da organizzazioni di datori di lavoro e lavoratori, organismi internazionali e associazioni operanti nell’immigrazione . Per il 2023-2024 le organizzazioni datoriali presenti nel Cnel possono concordare con organismi formativi o con enti e associazioni progetti non sottoposti all’approvazione della Commissione interministeriale prevista dalle linee guida.
Cit. “Il Sole 24 Ore”